Venerdì 17 maggio 2013.
Oggi ancora più di ieri, nonostante proprio ieri fosse in programma l’incontro de L’AutoreInvisibile sull’editoria in transizione, ho avuto modo di riflettere sulla contrapposizione (?) tra formato digitale del libro e formato cartaceo classico.
Fonti di ispirazione sono stati gli interventi di Romano Montroni (Librerie.Coop) assieme a Marco Cassini (Minimum Fax) e Pietro Bianciardi (Iperborea), i due editori che girano l’Italia in Panda per conoscere tutti i librai del territorio nazionale (invece di sentirsi via mail con gli ideatori dei siti di rivendita di ebook, per esempio!);
in parte la tavola rotonda sulla traduzione della letteratura erotica, intitolata non a caso Translating fifty (and more) shades, che ha accennato al settore di mercato degli ebook e al fenomeno sempre più diffuso del selfpublishing;
ma soprattutto un evento legato in generale all’ambito della pubblicazione più che quello della traduzione: Cavallaro Letizia, Croella Marco, Drago Marco, Martino Marianna e Rozza Lele presentavano I nuovi mestieri dell’editoria, un incontro su selezione testi, editing, distribuzione e comunicazione editoriale nell’era del 2.0 organizzato in collaborazione con Digital Festival e Zandegù.
Qui l’imbarazzo iniziale è stato tanto: io con i miei fogli di carta tutti disordinati con gli appunti del mattino, le mani sporche di biro, e accanto a me questo ragazzo che twittava per due account differenti, per il primo dall’ipad, per il secondo dall’iphone. Con lo svolgersi dell’incontro la sensazione è un po’ svanita e ho potuto riflettere su un aspetto di Twitter che non mi era mai venuto in mente: il rischio sempre alla porta di “parlare per slogan“.
Fino ad oggi avevo sempre pensato a questo social network, ultimo a prendere piede in Italia, come a un mezzo per comunicare velocemente un’informazione che non si aveva tempo di approfondire: come dire che vengo a sapere di un fantastico concerto gratuito e non spedisco alla mia amica il dépliant, ma nell’urgenza di non farle prendere impegni per quella sera specifica le scrivo un sms che dice “Teatro degli Orrori in piazza castello domani”, o qualcosa di simile. Oppure sapevo di persone che lo utilizzavano come raccoglitore di link e suggestioni relative ad un argomento: parlo soprattutto di chi ha nel suo blog la finestra degli ultimi tweet e lì finiscono tutti gli articoli che in qualche modo c’entrano col blog stesso, una specie di quadernone delle cose lette, uno ScoopIt! minimale, una bacheca Facebook senza fronzoli.
Spiando il mio vicino, però, mi sono resa conto che quello che ha fatto per tutta la durata dell’incontro è stato estrapolare quelle frasi un po’ più urlate nel microfono, strappa-applausi, e pubblicarle taggandovi l’ospite che le aveva dette, o solo il salone se non trascriveva letteralmente… e poi spezzettare tutto il resto del discorso, quello pronunciato in tono piano, in altri slogan strappa-applausi – trasformando tutti i partecipanti della tavola rotonda in sindacalisti del palco del primo maggio, o matricole al megafono in manifestazione! Quale filtro è diventato allora la sua pagina Twitter?! Rileggendola cronologicamente avremmo un testo buono per una poesia surrealista! Non si rischia quindi di perdere il senso del racconto, del resoconto, di come si fa una cronaca?
Con le mie belle, romantiche, antiquate dita macchiate di blu, comunque, ho anche preso appunti sui miei fogli-feticcio (così li ha definiti uno dei relatori) di carta riciclata mentre in Traduttore e revisore a confronto nella sala Professionali ci raccontavano la loro collaborazione alla pubblicazione di Cicatrici di Juan José Saer la traduttrice Gina Maneri e il revisore ed editore Lorenzo Ribaldi (La nuova frontiera) e a quella de Il re pallido di David Foster Wallace la traduttrice Giovanna Granato e la revisora Alessandra Montrucchio (Einaudi).
Ad inizio-giornata, invece, Simona Cives (Casa delle Traduzioni – Biblioteche di Roma), Angelo Molica Franco (Del Vecchio), Simona Olivito (E/O) e Claudia Tarolo (Marcos y Marcos) ci hanno spiegato Come si fa una proposta editoriale. E ci hanno svelato che proporre ad un editore di tenere un “diario di traduzione” su Twitter o su un blog può aiutare…
A tal proposito: per leggere i report dettagliati degli incontri, potete sottoscrivere la ricezione degli aggiornamenti di questo generale diario di traduzione dalla finestra di destra!
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[…] giorno che davvero aggiungono qualcosa al dibattito sull’editoria oggi (mentre dall’incontro che avevo seguito il pomeriggio precedente su I nuovi mestieri dell’editoria ero uscita […]
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