#Corsari/01 – Il ‘discorso’ dei capelli
A parte tutta la teoria e i mezzi reblog cui mi sono dedicata finora… tra oggi e ieri sono entrata in pratica nella riscrittura degli Scritti #Corsari di Pier Paolo Pasolini su Twitter (si chiama Twitteratura), e che sorpresa!
Avevo già detto che il senso era proprio la somma (e non la sostituzione) del digitale al cartaceo; che dai dati dell’esperimento relativo ai Dialoghi con #Leucò di Cesare Pavese emergeva come la sfida a riscrivere ogni dialogo in 140 caratteri aveva portato a leggere il libro molto di più, e* molte più volte… ma adesso l’ho potuto provare io stessa.
E ho provato io stessa come questo tipo di analisi, spunto che emergeva anche da alcuni tweet, ti spinga a creare e notare o disfare collegamenti mentali tra testi autori epoche e concetti diversi. Pasolini stesso nella Nota introduttiva agli Scritti suggerisce che
la ricostruzione di questo libro è affidata al lettore. È lui che deve ricongiungere paesi lontani che però si integrano. È lui che deve organizzare i momenti contradditori ricercandone la sostanziale unitarietà. È lui che deve eliminare le eventuali incoerenze (ossia ricerche o ipotesi abbandonate). È lui che deve sostituire le ripetizioni con le eventuali varianti (o altrimenti eccepire le ripetizioni come delle appassionate anafore).
Da qualche parte, infatti, ultimamente (so che sono molto vaga, ma ho provato a trovare il sito e non l’ho trovato più) scrivevano che il traduttore o la traduttrice tipici stanno leggendo 3-4 libri assieme. Io ho in borsa e nel letto e sul comodino Flush di Virginia Woolf, Montedidio di Erri De Luca (appena finito), lo stampato del racconto a più mani dall’incipit di Amélie Nothomb (a cui alla fine non sono riuscita a partecipare, purtroppo), Scritti Corsari di Pier Paolo Pasolini, appunto, e Camere separate di Pier Vittorio Tondelli.
…E non ho potuto fare a meno, leggendo Analisi linguistica di uno slogan, di notare le assonanze tra il discorso pasoliniano sul futuro come “fine di tutto” (chi ama il mondo vissuto e sperimentato, apocalitticamente, non crede possano ricrearsi i valori che lo hanno reso prezioso) e quello tondelliano sulla devozione sacra per il passato e sulle diverse unità di misura del tempo (di fronte al tempio ottocentesco in rovina e le pubblicità moderne accanto all’edicola della sua infanzia, il senso di conservazione della realtà che ha conosciuto del protagonista quando torna al paese è diverso dalla sensibilità degli altri).
Avrei notato il parallelo senza questo progetto Twitterario?
Avrei, per altro, letto Scritti #corsari ora senza questo progetto Twitterario?
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[…] più che su Facebook a seguire gli ultimi progetti di Twitteratura (dopo la riscrittura degli Scritti #corsari di Pier Paolo Pasolini sto partecipando a quella de Le città #invisibili di Italo Calvino), del […]
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