Qui è più facile ascoltarmi. A Bra c’è un silenzio così spesso e viscido e gommoso intorno che il pensiero ne viene immediatamente assorbito e tu ti senti svuotata… Avevi quest’idea, te la rigiravi, ed è scomparsa appena è uscita, inghiottita dal silenzio pannoso che farcisce tutta la città. Non so come facciano le altre persone, quelle che ci vivono, e per vivono intendo davvero, amano scopano odiano litigano escono leggono lavorano.
Ma io non ho mai avuto buoni coltelli in cucina, per molto tempo non sapevo nemmeno che esistessero (in realtà ho scoperto più tardi che mia madre li nascondeva), credevo che semplicemente tagliare le cipolle finissime, le carote, le patate, sbucciarle, fossero compiti più difficili di altri e così andasse il mondo. Quando ho saputo che mi sbagliavo non ce l’ho fatta a spendere una decina di euro e comprarmi uno di quei set. Perché ho sempre fatto senza e pazienza la cipolla sfatta e le dita tagliate ogni volta che faccio cena. Invece forse queste altre persone che vivono a bra devono sapere bene che esiste un coltello per ogni cosa, e forse esiste anche un coltello per quella nebbia atroce e soffocante e io non ce l’ho, e non lo compro, non è nel cassetto di nessuna casa in cui vado a abitare (a Nizza, forse? Ma era sempre da lavare) e i compiti sono forse tutti più difficili ma io li faccio come li ho sempre fatti e il mio pensiero è libero di uscire senza affogare in nessun silenzio, anzi si aggroviglia e s’impiglia nei fili elettrici o dei panni stesi nei vicoli rumorosi di questo centro storico, e io sto un po’ meglio