Questa è la seconda parte del report della lezione “LINGUAGGIO E GENERE: come nasce il genere grammaticale, come il linguaggio diventa sessista?” organizzata da me e Albana Muco per il Seminario interdisciplinare di Studi di Genere organizzato dal Collettivo Altereva con il patrocinio del Cirsde. Pradossalmente, la prima parte non ha ancora visto la luce (la linkerò QUI dopo averla postata)… ma c’è una questione (grave!) che sento l’urgenza di discutere.
A un certo punto del suo intervento, Silvia Nugara (Dottore di ricerca in Linguistica Francese presso l’Università di Brescia e l’Université de Paris 3 Sorbonne Nouvelle) ci parla di Audre Lorde, sulla cui vita il Torino LGBT Film Festival ha appena proiettato un documentario.
Nera, lesbica, femminista, poeta, madre, attivista…
Così si definiva. Nella pratica, ci spiega Silvia, amava precisare che non avrebbe potuto scrivere altrimenti che a partire da questa/e identità, ma che qualunque donna bianca, etero, o un uomo…che si fosse ritrovat@ nelle sue parole sarebbe stat@ benvenut@ nelle sue pagine, e a fianco a lei nelle lotte. Una dimostrazione è il fatto che cercò infatti di creare un movimento di donne “afrotedesche”…
Perchè, si diceva, tanta fretta di pubblicare questa parte di report? Vediamo cosa dice il sito del Torino GLBT Film Festival del documentario “Audre Lorde – Die Berliner Jahre 1984 Bis 1992”:
Ne emerge il ritratto di una figura unica e carismatica che sfidò razzismo, omofobia, sessismo e classismo.
Vediamo invece cosa dicono online:
articolotre: ritratto di un carismatico uomo che sfidò razzismo, omofobia, sessismo e classismo.
gruppoemmanuele: ritratto di un carismatico uomo che sfidò razzismo, omofobia, sessismo e classismo.
repubblica: ritratto di un carismatico uomo che sfidò razzismo, omofobia, sessismo e classismo.
solleviamoci: ritratto di un carismatico uomo che sfidò razzismo, omofobia, sessismo e classismo.
Forse non c’è bisogno di ulteriori commenti. Eppure ci tengo a sottolineare che:
- Siamo di fronte alle conseguenze pratiche del non utilizzo di un linguaggio neutro, o per lo meno del suo utilizzo in un modo sbagliato. Non voglio assumere qui che il linguaggio neutro sia la soluzione. Si potrebbe obiettare che la sua neutralità lascia spazio a chi frettolosamente riscrive articoli e à per scontato che una persona carismatica sia di sesso maschile. Come si vedrà dalla prima parte del report gli spunti in merito provenienti dalla lezione sul linguaggio e il genere sono vari. Resta comunque evidente che esiste un testo-madre, o -nonna, o -bisnonna, di tutte le scopiazzature online, che questo testo utilizza la parola “neutra” figura, per altro grammaticalmente di genere femminile e che, per non riproporla, il testo-madre di tutti quelli elencati e altri omessi ha deciso di sostituirla con “uomo”… dimostrando per altro di non essersi nemmeno scomodat@ a leggere per intero la seppur breve recensione.
- Siamo di fronte alla degenerazione dei mezzi di comunicazione italiani… Da Repubblica che è tra le fonti italiane più utilizzate (online e non) e citate ai siti “amici” Gruppoemmanuele – per persone omosessuali credenti e Solleviamoci – proposte per cambiare noi stessi e, di conseguenza, il mondo, nessuno sembra salvarsi dalle brutture dei lavori svolti di fretta, apparentemente senza rispettare i paradigmi “etici” basilari dell’originalità, del controllo e della citazione della fonte, dell’approfondimento reale sui temi che si vanno a trattare.
Grazie a Silvia per averci fatto conoscere Audre Lorde.
Grazie a quei siti che hanno scopiazzato meglio lasciandola “figura” e a quelli che hanno eliminato la neutralità definendola “donna”.
Nell’attesa di capire se esiste una soluzione al dilemma del linguaggio di genere: neutralità, somma, sottrazione?