E quando scrivevo non sapevo che stavo arrivando a un ponte anch’io (io Drogo voglio dire) e che si sarebbe riprodotta quella scena di Márai ma tra i monti, senza l’acqua a portarsi via l’imbarazzo, i fruscii minori, i battiti forti che accompagnano ogni ritrovamento (chissà se Drogo trova o ritrova Ortiz, se pensano a Don Chisciotte e Sancho Panza almeno di sfuggita, nella punta di un sorrisetto, chissà com’è la fortezza com’è questo libro come sarebbe bello volere ancora tradurre e sentire che leggendo Buzzati sto imparando a scrivere!)
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Ponti per imparare a scrivere
Posted in + sul letterario, _Letture, tagged arrivare a un ponte, Dino Buzzati, Don Chisciotte, Il deserto dei tartari, imparare a scrivere, Judit Aldozò, La donna giusta, ombre, ponte, Sancho Panza, Sándor Márai, tradurre on 23 settembre 2016| Leave a Comment »
Complessi di elementi di frasi
Posted in + sul letterario, _Letture, tagged Dino Buzzati, Il deserto dei tartari, Judit Aldozò, La donna giusta, ombre, ponte, Sándor Márai on 23 settembre 2016| 2 Comments »
È un libro denso e complesso (non difficile come Márai, che ti colpiva come le costole di Judit Aldozò sul cuore di lui, su quel ponte, ma complesso come i complessi musicali o di edifici, incastrato di elementi portanti) e mi lusinga l’idea che quell’uomo saggio, lettore per un vita, al centro di riabilitazione, me lo avesse consigliato.
Ci sono frasi che – non te ne accorgi – cominciano su per una strada e finiscono metri e pagine dopo: eppure in mezzo ci sono tutti i punti che devono esserci, le virgole, le maiuscole (e l’ombra accumulata, ingombrante). Se non stai attenta la loro interruzione, la loro ripresa, ti sfila a fianco e perdi una traccia. [E se fosse fondamentale per il viaggio, come illuminare le cataste d’ombre?]
Di ombre
Posted in + sul letterario, _Citazioni, _Letture, tagged Dino Buzzati, Il deserto dei tartari, ombre on 23 settembre 2016| 2 Comments »
“Dall’ombra accumulata ai piedi delle mura sorse allora un uomo…”
La mia lingua che fa accumulare le ombre come se potessero rotolare, come se fosse una collezione, o cataste di roba da sistemare domani (finché il sole, già sorto, resta dietro le montagne)
(dove “le ombre ingombrano le rientranze, impedendo di distinguere bene”)
Sto leggendo Dino Buzzati, Il deserto dei tartari